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martedì 12 maggio 2009

NUCLEARE: CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA IL GOVERNO PERSEVERA NELLA FOLLIA ANTIECONOMICA


''Il governo Berlusconi persevera con la follia nucleare che e' pericolosissima per l'ambiente, per la salute dei cittadini ed e' anche antieconomica. Per le stime delle organizzazioni internazionali, infatti, l'uranio sara' sufficiente solo per pochi decenni e il suo costo e' cresciuto a dismisura: nel 2000 un chilogrammo di uranio costava 7 dollari mentre oggi costa oltre 120''. Lo dichiara Grazia Francescato di Sinistra e Liberta' e portavoce nazionale dei Verdi che spiega: ''Con il Ddl Sviluppo il centro destra da' un vero e proprio schiaffo al federalismo ed al diritto dei cittadini di scegliere se avere o no impianti nucleari nel loro territorio''.

''Questa forzatura sull'atomo, poi, viene fatta senza tener conto della recente ricerca dell'Eurispes che conferma quello che sosteniamo da tempo ossia che il 'no' alla follia nucleare nei cittadini sopravvive e lotta insieme a noi - ha concluso la Francescato -. Spendere decine di miliardi di euro per la costruzione di centrali nucleari di terza generazione, gia' obsolete oggi, al fine di coprire 20% del fabbisogno di energia elettrica in Italia tra non meno di 20 anni, significa rinunciare a investire in energia pulita e perdere il treno della green economy, su cui gia' puntano con forza Obama, la Merkel, Sarkozy e Zapatero''.


Primo via libera dal centrodestra in Senato alla legge che fa carta straccia del referendum del 1987 con cui gli italiani bocciarono l'energia atomica. Verdi: "Strada pericolosa e spreco di denaro a danno delle energie pulite" Roma - Il governo potrà riportare l'Italia nella follia nucleare. Avra' sei mesi di tempo per localizzare i siti degli impianti per la produzione dell'energia nucleare, potra' definire i criteri per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi e dovra' individuare le misure compensative per le popolazioni che saranno interessate dalle nuove strutture.

La maggioranza di centrodestra ha approvato in Senato gli articoli del ddl sviluppo che, almeno per ora e a meno di contro deduzioni di ordine giuridico, fanno carta straccia del referendum del 1987 con cui gli italiani bocciarono il nucleare. Nel disegno di legge viene delegato il governo a mettere a punto la disciplina che consentira' il ritorno all'atomo del nostro Paese. Ci sarà l'autorizzazione unica che varra' come nulla osta. A fermare l'autorizzazione potranno essere solo le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (Via) e di Valutazione ambientale strategica (Vas) che dovranno essere obbligatoriamente effettuate.

L'esecutivo dovra' poi definire i sistemi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi e del materiale nucleare e la definizione delle misure compensative minime da corrispondere alle popolazioni interessate. Altre norme, poi, rinviano al Cipe la definizione delle tipologie degli impianti nucleari che potranno essere realizzati nonche' le procedure per le autorizzazioni.

L'opposizione in Parlamento ha criticato il ddl. ''E' una delega piena, totale e senza controlli sul nucleare'', ha detto il capogruppo dell'Idv Felice Belisario. Roberto Della Seta, del Pd, ha sottolineato come ''i siti delle nuove centrali verranno scelti dalle imprese e potranno essere localizzati anche contro il parere della Regione che dovra' ospitarli, gli impianti saranno equiparati ad installazioni militari e le informazioni sul loro funzionamento saranno inaccessibili ai cittadini: ecco il nucleare di Berlusconi e Scajola''.

Protestano Verdi e Sinistra e Libertà: "Il governo Berlusconi persevera con la follia nucleare che e' pericolosissima per l'ambiente, per la salute dei cittadini ed e' anche antieconomica - ha detto la portavoce dei Verdi Grazia Francescato. Spendere decine di miliardi di euro per la costruzione di centrali nucleari di terza generazione, gia' obsolete oggi, al fine di coprire 20% del fabbisogno di energia elettrica in Italia tra non meno di 20 anni - conclude - significa rinunciare a investire in energia pulita e perdere il treno della green economy, su cui gia' puntano con forza Obama, la Merkel, Sarkozy e Zapatero''

Durissimi anche alcuni presidenti di Regione. "Sono pazzi - ha detto la presidente del Piemonte Mercedes Bresso riferendosi ad alcune ipotesi localizzative in Piemonte. Mi opporrei, in ogni modo: ci provino e io appena scopro che area hanno scelto ci metto un vincolo agricolo o quant'altro, poi vediamo chi la spunta. Il Piemonte ha gia' pagato il suo prezzo con l'amianto e la vecchia centrale nucleare di Trino".

Il parere degli italiani è in maggioranza svaforevole al ritorno all'atomo, secondo una ricerca Eurispes di qualche giorno fa e anche i cittadini di un paese come la Germania che da anni ospita numerose centrali non ne vogliono più sapere: secondo infatti un sondaggio condotto dall'Istituto Forsa tra il 20 e il 22 aprile su richiesta del ministero dell'Ambiente il 66% della popolazione tedesca è favorevole a mantenere e anche accelerare il programma di abbandono del nucleare. Percentuale in aumento rispetto al 2006 quando una stessa indagine rilevava il 62% di persone favorevoli al decomissioning.

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