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giovedì 23 aprile 2009

NUCLEARE : BASILICATA E' CONTRARIA


Scanzano Jonico, 21 apr - Il vicepresidente e assessore all'ambiente della regione Basilicata Vincenzo Santochirico, si e' recato a Scanzano Jonico, sul sito in cui e' ancora in atto il blitz di Greenpeace che ha chiuso i pozzi candidati a diventare deposito per le scorie nucleari, trasformandoli in un parco giochi. ''La nostra posizione contro il nucleare e' sempre stata netta - sostiene Santochirico - la mia presenza qui oggi lo conferma, il disegno di legge proposto al Parlamento come dice Greenpeace e' veramente pericoloso, la regione viene completamente espropriata della capacita' di decidere, la regione non avrebbe piu' voce in capitolo, la nostra porta sul nucleare e' chiusa a doppia mandata, nel piano energetico della Basilicata, in approvazione domani in giunta c'e' un chiaro no al nucleare''. ''Ci sentiamo rassicurati dalle dichiarazioni del vicepresidente della regione Basilicata, - afferma Francesco Tedesco, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace - ma ora anche le altre regioni italiane devono prendere una posizione ferma contro il nucleare, e in particolare sul DDL 1195, in discussione al senato, che propone una via autoritaria e sovietica al nucleare''.

''Non giochiamo con il futuro dei nostri figli''. E' con questo spot che Greenpeace ha trasformato il sito di Scanzano Ionico, candidato ad accogliere scorie nucleari, in un parco giochi. Alla vigilia dell'apertura del G8 Ambiente di Siracusa, e a pochi giorni dal ventitreesimo anniversario del disastro di Cernobyl, attivisti di Greenpeace hanno trasformato il sito in un parco per bambini, per ''ricordare al ministro Prestigiacomo e al governo che le scelte irresponsabili di questa classe politica stanno ipotecando il futuro dei nostri figli''. Greenpeace denuncia la ''frenesia ideologica'' che guida la riapertura del nucleare nel nostro Paese: il Governo Berlusconi, sostiene Greenpeace, propone al Parlamento una strategia di stampo ''sovietico'', basata su ''un approccio autoritario alle scelte di localizzazione, in spregio delle direttive europee e delle prassi internazionali. Tanto le normative gia' in vigore quanto quelle in discussione (il DDL 1195) introducono elementi di militarizzazione nella gestione delle scorie e nella localizzazione dei siti, minimizzando le garanzie del sistema di controllo di sicurezza''. Greenpeace chiede che ''il sito di Scanzano Jonico venga ripristinato cosi' com'era prima della proposta di deposito, eliminando ogni minaccia sul futuro ambientale e socioeconomico della Basilicata. La direzione e' quella tracciata da Barack Obama. Proprio poche settimane fa, infatti, il presidente Usa ha fermato il programma del deposito di Yucca Mountain, in Nevada, unico progetto esistente di deposito geologico, dove in venti anni sono stati spesi 8 miliardi di dollari circa senza aver risolto i numerosi problemi''. Greenpeace chiede inoltre ''la chiusura definitiva dei pozzi di Scanzano Jonico, come richiesto dagli enti locali e dalla Regione Basilicata, e di abbandonare definitivamente la stagione della gestione 'militare' del nucleare. E' necessaria l'apertura di una discussione democratica e partecipata sul futuro energetico dell'Italia''.

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